Associazione EX-ALLIEVI del  G. Ballardini-Faenza

L'Istituto ha compiuto 90 anni,

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view post Posted on 2/4/2012, 00:16     +1   -1
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Agostino Salsedo

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90anniversario



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di Rolando Giovannini

Testo introduttivo alla giornata di Commemorazione dei Novanta anni dell'Istituto Statale d'Arte intitolato al fondatore Gaetano 8allardini -
Sala Conferenze del MIC
Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza Faenza -Italia - 26 marzo 2006



L'eredità che ci è stata lasciata da Gaetano Ballardini e dai suoi successori -un Istituto d'Arte Statale articolato su tre aree: artistica, della tecnologia e del restauro per la ceramica- è straordinaria, imponente, complessa.
Al di là delle altalenanti situazioni numeriche degli studenti e dell'alternarsi di professori non sempre titolari, l'Istituto, in quasi un secolo di vita, ha avuto obiettivi costanti e significativi, consolidatisi nel tempo ed in questo senso storicizzati.
L'idea di continuità, infatti, dell'Istituzione e della coerenza da parte della Città nel credere in questo spazio educativo e formativo, peraltro totalmente identificato e connesso all'attività creativa più diffusa e alla notorietà del territorio, ha negli anni favorito un'ampia diffusione della sua reputazione al punto che l'Istituto è diventato sempre più rinomato presso il Ministero della Pubblica Istruzione (oggi MIUR), molto frequentato da tutti e quattro i Direttori e Presidi di ruolo ordinario avvicendatisi nei novanta anni di attività) e si è trovato al centro di percorsi ed itinerari oltre i confini nazionali.
A ciò non è estraneo il contesto faentino -peraltro configurato dallo stesso Ballardini-, ordinato su un Museo delle Ceramiche (1908) ben presto Internazionale, su un Concorso Nazionale della Ceramica di Faenza (1938, poi Internazionale 1963) di grande prestigio, su un comparto produttivo legato ad un artigianato colto dedito alla maiolica, su altre successive istituzioni formative (Corso Superiore di Disegno Industriale e Tecnologia Ceramica 1962, poi ISIA 1980) e della ricerca (Centro di Ricerche del CNR, 1965).
In effetti la Scuola, diretta dal Fondatore fino al 1953, ben presto divenuta luogo di sperimentazione e di una sorta di autoformazione personale -entrambe sorrette da un entusiasmo incredibile ed inimitabile-, si è fin da subito configurata come Istituzione in continua evoluzione, sempre allo studio.
La tradizione, naturalmente, era sentita e di particolare rilievo e gli ambiti di osservazione e di approfondimento spaziavano su tutti i fronti.
È così che nel 1916 la Scuola partiva nella forma serale, ad anno scolastico abbondantemente iniziato, per poi diventare nel 1919 Regia Scuola di Ceramica, trasformata successivamente in Regio Istituto d'Arte nel 1938 e poi in Istituto Statale d'Arte al termine dell'ultimo evento bellico; nel 1960 acquisiva una Officina di Restauro per Ceramiche e nello stesso anno il "Corso di Studi storico-estetici dell 'arte ceramica" e del "Corso di Restauro" sotto il mandato di Tonito Emiliani, secondo Direttore, con lettere

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firmate -per il Ministro- da M. Badaloni, ed indirizzate al Presidente (Restauro della Ceramica, poi riconosciuto come Settore nel 1980, durante la Presidenza successiva di Gastone Vecchi). Il nuovo campo di azione era affidato da subito al Prof. Timo Barnabè, distolto dalla personale molto promettente attività artistica, per una immersione totale nella inedita esperienza, con il compito di inventare tutto. Ben presto quell'unità di lavoro diventava -per tale materia- referente del Centre International d'Etudes pour la Conservation et la Restauration des Biens Culturels in Roma, in base all'articolo 4
dell' Accordo tra Italia e l'Unesco (1960).
L'attività di ricerca e di consulenza sulla Tecnologia Ceramica, invece, era stata istituita molto prima, quasi agli esordi nel 1922, con il Laboratorio Scientico- Tecnologico corrispondente, affidato al Prof. Maurizio Korach, subito coadiuvato dal Prof. Carlo
Battistini. '
Nella continuità e perfetta integrazione, la proficua e costante collaborazione con il Museo Internazionale delle Ceramiche, peraltro sancita pure nell'Art. 2 dalla Legge n. 97 del 17 febbraio 1968 detta "Donati", dove sono indicate le modalità di relazione tra le due istituzioni; essa ha rappresentato un elemento di forza e di stimolo nel tempo e punto di riferimento per i Docenti e per i Studenti nell'ambito della consultazione, scambio di esperienze e prestiti di materiali al fine di mantenere vivo il legame con la tradizione artistica faentina e aprirsi a nuove esperienze culturali nazionali ed oltre.
Poi il capitolo tutto da studiare dei Corsi detti Speciali, che nel dopoguerra soprattutto hanno attratto tanti studenti stranieri o provenienti da altre realtà culturali italiane: di essi, in rappresentanza di oltre due dozzine di differenti paesi (si citino, Albert Diatò - Francia per il grès ceramico reinventato in forma artistica o Panos Tsolakos - Grecia, Premio Faenza 1971) resta traccia non solo nella memoria collettiva ma pure in opere ed elaborati didattici accuratamente conservati.
Il patrimonio che tutti costoro, questi grandi della Storia della Ceramica italiana, lasciano a noi, che in questo momento abbiamo il compito di perpetuarne fama e progettualità, è fatto della memoria di saper fare tecnici, artistici e del restauro e dell' antico e consolidato privilegio e onere di saper trasmettere di mano in mano notizie, modi, piccoli e grandi segreti di metodo, di processo, di chimica applicata.
Ma esiste pure un patrimonio concreto, tangibile dell'Istituto: consta di circa 1700 opere, oggetti inventariati, reale spaccato della cultura artistica (e tecnologica) del Novecento, nonché di molte centinaia di disegni, più o meno preziosi (collezione di "Disegno stilistico" per il restauro) e antichi (una consuetudine mai dismessa portava ad una rara restituzione agli Studenti degli elaborati grafici al termine degli studi ed eludeva anche la regola della dovuta distruzione degli stessi dall'archivio dopo tre anni), poi di un area dei modelli, dove al di là delle copie d'epoca, ci sono quelli corrispondenti all'attività ceramica, scultorea, alle tipologie formali antiche e/o rivisitate, per poi giungere ad altre collezioni come la raccolta della "Fondazione Piancastelli" (anteguerra, dal 1924 al 1942), piuttosto che i disegni del Concorso" Valeria Cassani" (dal 1995).
Vi è la collezione degli Artisti ospiti invitati a lasciare una loro opera presso l'Istituto al termine dello Stage, oppure la cosiddetta "Collezione della Direzione" costituita sulla base delle donazioni di Docenti chiamati dal Dirigente Scolastico a produrre un'opera per la Scuola (con pubblicazione di un cd nel 1999).
Di raffinato sapore scientifico è la serie infinita di prove del "Campionario Tecnologico" composto dal Prof. Fulvio Ravaioli 1963ravaiolifulvioi(anch'egli Premio Faenza nel 1963), concernente le sperimentazioni più avanguardisti che di cinquanta anni di ricerca ceramica.
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Preziosa ed unica è la collezione di oggetti esemplificanti metodologie del Restauro ceramico, per passare alla moltitudine di gessi inerenti dodici edizioni della "Medaglia della 100 km", la selezione di elaborati raku (tecnica giunta nell 'ISA nel febbraio 1980 con Stephen Baxter - USA, accolto dal Prof. Emidio Galassi e da Rolando Giovannini, al tempo collaboratore del Preside), come pure da ultimo a quella degli "Oscar della Ceramica", progettata già negli ultimi anni del Novecento e divenuta realtà nel 2001, con la formula del riconoscimento per ora nazionale.
Non sono estranei all'azione didattica le raccolte di Ceramici speciali e delle Piastrelle ceramiche per architettura, con rarissimi esemplari firmati e spazianti dalla fine degli anni '60 ad oggi.
La Scuola poi mantiene più che le tracce dei prestigiosi nomi di Docenti -non di rado in precedenza pure studenti- che a diverso titolo hanno operato nel campo della ceramica scultorea(DomenicoRambelli--rambelli,Angelo Biancini--angelo2m, Carlo Zauli--zauli1, Alfonso Leoni--alfonsoleoni, Cesare Ronchi--cesareronchi, Michele Gottarelli e Aldo Rontini--rontinifoto2), come pure in quello della tecnologia (da menzionare più pubblicazioni e libri di testo scaturiti nei decenni dagli scritti di Maurizio Korach (dispense dattiloscritte con appunti a mano, primi anni Venti), dei due direttori Tonito Emiliani-- emiliani(1957) e Gastone Vecchi--vecchi (1977), di Fulvio Ravaioli (1982) e recentemente di Francesco Corbara e Gian Paolo Emiliani (tre volumi dal 1999); per il restauro, oltre agli specialisti del campo (peraltro artefici della pubblicazione a cura dell 'ISA Il Restauro all'Istituto Statale d'Arte per la Ceramica di Faenza, 1989), il totale impegno di Giuseppe Liverani liverani-successore di Ballardini nella direzione del Museo delle Ceramiche- e professore di Storia della Ceramica (con le sue famose dispense e il fondamentale volume Il R. Istituto d'Arte per la Ceramica di Faenza per i tipi di Felice Le Monnier, 1941), poi seguito dalle note ceramologhe Gabriella Gherardi e Carola Fiocco che con Maria Grazia Morganti e Marcella Vitali hanno dato vita ad un apprezzato quanto diffuso libro sulla Storia della Ceramica edito da Zanichelli, 1986), poi la decorazione, laformatura (per la quale Mario Pezzi pubblica per Maggioli un manuale nel 1980), lafoggiatura, iforni, la progettazione, il disegno nelle sue varie e diverse forme (oltre alla sperimentalità di Augusto Betti, si annotino gli approfondimenti di Giorgio Scarpa autore di due Quaderni di Design, sempre per Zanichelli 1978 e 1985). Ma il complesso degli insegnamenti specifici e di laboratorio

ha sempre dialogato con le materie di studio e di formazione dell'individuo, basti pensare che il clima scolastico -pur con talune note rivalità- è stato costantemente buono, sano, leale. Ecco un modo di lettura della struttura, dell'ossatura dell'Istituto. Certamente non si deve solo a loro l'evoluzione stilistica e didattica, perché la materia prima -gli studenti- sono in realtà i veri artefici e propulsori, tuttavia i docenti hanno consentito sia in opere che in spendibilità del proprio nome fama culturale.

Quindi un patrimonio fatto non solo di oggetti ma di storie, di esperienze anche trascritte, di aneddoti, di possibili brevetti, di materiali e processi quali gli studi preliminari sul Kervit, (Brevetto Korach- Dal Borgo, 1955), la monocottura per piastrelle in maiolica (poi monoporosa, pubblicata in lavoro di Tesi di Gianfranco Benati, nel 1966-67), la monopressatura, (pubblicata in lavoro di Tesi da Augusto Brusa nel 1969-70), la serigrafia con reserve e sabbiatura (1978), laflessocottura (2003) e molto altro per ogni ambito.

Per la tradizione, la Scuola ha cercato di essere costantemente vivace, presente, ad esempio nella continuità della tradizionale Festa di Sant'Antonio (grandi e sentite feste promosse dal Prof. Angelo Biancini), poi ripresa (sotto l'egida del Prof. Marco Tadolini) anche nella forma pubblica; nelle Borse di Studio (raccolte e attribuite nel tempo dai Professori Zama, Missiroli e Maria Luisa Manara), nella cerimonia di presentazione delle Tesi che

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accompagna la Scuola dai primi tempi senza soluzione di continuità. Per le Tesi, da ricordare che dal 1982/1983 ha preso vita la consuetudine di redigere un piccolo pieghevole, una sintetica pubblicazione, che negli anni è divenuta elemento di continuità nella trascrizione dei nomi, dei titoli dei lavori, dei Relatori (da ricordare il libro di Lia Melandri su Un Trentennio di Tesi del Corso Tecnologico, 1995); da ultimo vale rammentare le varie esperienze di Giornalino d'Istituto (oggi sotto il coordinamento della Prof. Patrizia Soglia), elemento coagulante e palestra di scrittura e di comunicazione di grande rilievo ed importanza. Poi gli Stages in Azienda, gli scambi culturali, i contatti con l'Europa, i grandi e grevi temi della Sicurezza, la sensibilità per gli alunni diversamente abili.

Certo, le attuali tendenze contenute ed espresse dalle Leggi e disposizioni concernenti gli Istituti di Alta Cultura, in particolare la triennalizzazione delle Lauree e dei Diplomi -di Accademia di Belle Arti e Isia, hanno portato ad un temuto rapido dissolvimento dei Corsi di Perfezionamento, che dal 1980 avevano sostituito i gloriosi e produttivi "Corsi di Magistero", peraltro abilitanti nel campo dell'insegnamento della Decorazione ceramica e della Tecnologia Ceramica al termine del Biennio di studi.

Infatti la mancanza di un diploma specifico o, meglio, l'attribuzione di una semplice "Attestazione", seppur accordata dal Ministero dell'Istruzione, è stata elemento di insufficiente concorrenza per l'utenza: il Ballardini, su questa fascia, poteva nella contingenza essere scelto solo per l'alta e presente specializzazione, dove tuttavia la spendibilità del diploma non fosse essenziale.

Comunque, per capacità sperimentale e senso del tempo, i Corsi quinquennali in Arte, Tecnologia e Restauro (1988, Decreto Ministeriale ottenuto durante la Direzione del quarto Preside di ruolo, Rolando Giovannini--rolando) sono a pieno regime e cosÌ pure la continuità del "Campionario didattico" (iniziato nel 1919, con schedatura di Mario Zappi -numero 15 di Matricola- a partire dal 1925), espressione tangibile del livello scolastico; oggi, pure con i Corsi Serali (autorizzazioni del 2003 e 2006), si tratta di ridisegnare, di rimodellare, se necessario ristrutturare la mappa degli obiettivi e delle finalità dell 'Istituto, quella che viene definita "Mission", espressa dal Piano dell'Offerta Formativa, POF, nell'ambito dell'Autonomia e delle trasformazioni legiferate di recente, che prefigurano cambiamenti marcati, forti, dove tuttavia tradizione e continuità certamente non soccomberanno.

Per Novanta anni oggi, infine, una inedita e appositamente progettata collezione di piastrelle, firmate da otto ex Studenti oggi destinatari di compiti di alta responsabilità creativa in altrettanti marchi prestigiosi italiani, quali Cedir, Gambarelli, 1. c.F., Marca Corona, Il Monile, Naxos, Novabell, Serigrafia Tosi.

La tiratura, in 90 esemplari come gli anni di vita della Scuola, garantisce di poter offrire a ciascun partecipante alla manifestazione, un tangibile segno commemorativo fatto di credito industriale certo da parte di nostri brillanti e geniali designers Antonio Bullo, Raffaello Celotti, Luciano F oli, Luciana Leucadi, Gianfranco Morini, Amedeo Palli, Romana Rizzi, Agostino Salsedo.

Auguri a tutti coloro che si sentono parte di questa vicenda scolastica e culturale e un arrivederci al 26 marzo 2007 con l'inaugurazione del M1.S.A., Museo dell'Istituto Statale d'Arte di Faenza, previsto al primo piano dell'edificio storico, Palazzo Strozzi.

Faenza, 26 marzo 2006

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Edited by agosalsedo - 6/9/2021, 21:05
 
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